La meditazione e l’effetto collettivo di una mente sociale | parola di Daniel Lumera e Giacomo Rizzolatti

Tempo di lettura 3 Minuti

È appena finita la talk “Lo dice la scienza” nel primo Festival della Gentilezza organizzato a San Marino.

Insieme al dott. Giacomo Rizzolatti, abbiamo affrontato il tema dell’empatia, delle implicazioni e conseguenze dei neuroni specchio e dell’esperienza meditativa profonda ed, ognuno dalla propria prospettiva, siamo arrivati alle stesse conclusioni.

Conclusioni che non sono altro che un nuovo punto di partenza per sperimentare ed approfondire ancora di più.

“Daniel, ti interessa fare un esperimento che non si è mai fatto prima, insieme?”

Non so ancora di cosa si tratti, ma la risposta è sì.

Potremmo mostrare come funziona il cervello meditante al pubblico e mostrarne gli effetti pratici. Quelli che di solito sono invisibili. Potremmo far divenire l’invisibile manifesto”

“Ed in che modo?”

Domando a quello che è uno dei più importanti neuroscienziati al mondo, colui che ha scritto la storia XX| secolo scoprendo e dimostrando non solo l’esistenza dei neuroni specchio ma le loro implicazioni nel campo medico, sanitario, relazionale e collettivo.

Perché se è vero che la reale definizione di empatia è “Essere nello stesso stato o addirittura divenire la stessa persona” questo è applicabile anche alla meditazione .

Daniel immagina gli effetti di tutto questo a livello profondo e di trasformazione sociale…

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“Sarebbe straordinario” rispondo mentre mi viene in mente un’idea ancora più folle…

“Giacomo cosa ne pensi se trasformassimo questo esperimento in una performance sperimentale… in un’opera d’arte collettiva e lo facessimo al Museo MAXXI di Roma?”

“E come lo facciamo?” Stavolta è lui a chiedere.

“Non preoccuparti, a questo posso pensarci io.”

Nasce così, nasce da qui il progetto “La Mente Meditante” che ha visto la partecipazione di decine di centinaia di persone e dei più grandi nomi della scienza, della cultura, dell’imprenditoria e dell’arte italiana ed internazionale.

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L’esperimento è stato estremamente affascinante.

L’aspetto più affascinante è stato sì, poter vedere non tanto in una sessione meditativa cosa accade dentro il cervello umano in un processo meditativo sempre più intenso, ma ancora lo straordinario impatto relazionale e sociale.

Toccando con mano e vedendo coi nostri occhi il significato reale di empatia.

Ed osservando come il dialogo tra esseri umani avvenga non solo grazie alle parole, ai movimenti e al cosìdetto linguaggio verbale, paraverbale e non verbale anzi…

…il dialogo più autentico, raffinato e profondo con un’altra persona avviene nel silenzio dell’intimità di noi stessi.

Questo intuitivamente è comprensibile perché quando ci sediamo a fianco o viviamo con una persona che ha stati di leggerezza, di felicità, di gratitudine ed allineata col significato reale della sua vita lo avvertiamo subito…entriamo in risonanza con questi stati e ne veniamo contagiati.

In noi si attivano le stesse aree celebrali. Così accade nell’amore, nella gioia e nella pace.

Ci sono degli studi bellissimi di Harvard che hanno dimostrato come gli studenti più ottimisti e più felici in 2 o 3 mesi di convivenza contagiassero i compagni di stanza rendendoli più felici ed ottimisti a loro volta.

Ma è vero anche per il contrario: perché se a fianco abbiamo una persona che si lamenta, che vive costantemente in uno stato d’ansia, rabbia, tristezza o paura questo ci influenzerà portandoci nel giro di poco in quegli stessi stati.

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La maggior parte dei conflitti relazioni accadono proprio perché manca quel dialogo profondo che va oltre le parole ed è linguaggio del cuore.

Le litigate, le incomprensioni, la sensazione di solitudine, le rotture spesso accadono perché non si comprendono le le mancanze, le tristezze, le ferite e il dolore altrui.

Si sente solo ciò che abbiamo dentro e non ciò che l’altro sta vivendo.

Abbiamo paura di avvicinarci all’altro, perché sentiamo che avvicinarci voglia dire perdere noi stessi, divenire fragili e vulnerabili.

E questo ad un certo livello può essere vero. Ma possiamo anche avvicinarci all’altro ad un livello molto più profondo, espandendo il nostro livello di consapevolezza ed includendolo in noi.

L’esperienza della meditazione ci porta proprio a questo.

Alla sensazione intima di connessione, unione e amore con tutto ciò che circonda, oltre ogni paura, tristezza e problema.

Perché finalmente riconosciamo quella stessa natura essenziale che appartiene al nostro cuore così come al cuore dell’altro e del mondo.

Quella natura che è pura vita e che abbiamo realizzato innanzitutto dentro di noi.

Giorno dopo giorno.

Partendo dal chiudere gli occhi e fare un respiro profondo.

Da qui.

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Caterina
Caterina
1 anno fa

Dopo questa meditazione mi sento serena, mi sento in pace❣️… pronta ad abbracciare il mondo e gli accadimenti in modo diverso … e’ come se riuscissi a vedere dal di fuori le cose, pur essendo estremamente e profondamente dentro alle situazioni che mi coinvolgono emotivamente. Grazie❤

Cristina
Cristina
1 anno fa

Con queste definizioni si apre un mondo meraviglioso da scoprire… Da vivere … Da sperimentare con tutta la consapevolezza che proviene dal nostro cuore. Infinitamente grazie x ogni considerazione 🙏 Namastè 🙏

Monica
Monica
1 anno fa

Espandere il nostro livello di consapevolezza ci permette di includere gli altri in noi! Questa è una scoperta meravigliosa!!! nella mia esperienza di vita e di Unità Cristiana ho fatto questa esperienza ma non riuscivo a dare questo significato. La meditazione risveglia in me una capacità di ascolto di me stessa e degli altri speciale Affascinante. Grazie

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